Una giornata che racconta la nostra Storia… e il nostro futuro!
Il 2 giugno non è solo una data rossa sul calendario o l’occasione per una bella gita fuori porta. È la giornata in cui l’Italia si guarda allo specchio e si ricorda chi è diventata: una Repubblica.
Ma che significa davvero?

Torniamo indietro nel tempo…
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l’Italia era un Paese distrutto, stanco, ma pieno di voglia di ricominciare. Gli italiani erano a un bivio: il 2 e 3 giugno del 1946 furono chiamati a votare con un referendum popolare per decidere la forma dello Stato:
Monarchia o Repubblica?
È stato un evento straordinario per due motivi:
Per la prima volta nella storia, hanno votato anche le donne!
Era la prima volta che il popolo sceglieva con un voto libero il proprio destino.
Il risultato? Repubblica, con oltre il 54% dei voti. La Monarchia, che aveva governato per oltre 80 anni (e aveva sostenuto il regime fascista), veniva abolita.
Il risultato fu ufficializzato il 10 giugno e la Repubblica proclamata il 18 giugno, ma fu scelto il 2 giugno come giorno simbolico della nascita della nuova Italia.
E a proposito del referendum… sai quali simboli vennero usati sulla scheda per rappresentare le due scelte? Uno in particolare fece molto discutere…

L’Italia turrita: simbolo… ma anche polemica!
L’Italia turrita è una personificazione dell’Italia: viene raffigurata come una donna giovane, con una corona a forma di torri e mura (da qui turrita, cioè “con torri”).
Questa corona simboleggia le città fortificate dell’antichità e la forza della nazione. È un’immagine antica e solenne, usata anche su monete, francobolli e opere d’arte.
Ma lo sapevi che questa figura ha fatto discutere?
Nel referendum del 1946, per rappresentare la scelta “Repubblica” sulla scheda elettorale fu usata proprio l’immagine dell’Italia turrita, mentre per la Monarchia lo stemma della casa reale dei Savoia. Alcuni monarchici protestarono, perché l’Italia turrita era — ed è ancora oggi — un simbolo nazionale neutro, non “di parte”.
Usarla solo per rappresentare la Repubblica sembrava scorretto, come se il simbolo di tutti fosse stato “assegnato” a una parte sola.

E i Savoia? Addio… o forse “no”!
Con la vittoria della Repubblica, Re Umberto II di Savoia lasciò l’Italia per evitare scontri e tensioni. Il 13 giugno 1946 partì per l’esilio in Portogallo. Da allora ai suoi discendenti maschi fu proibito entrare in Italia: un segno forte del cambiamento.
Almeno fino al 2002, quando fu cancellato il divieto costituzionale. E così Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, poté finalmente rimettere piede in Italia… ma con una condizione: doveva rinunciare pubblicamente a ogni pretesa sul trono!
Lo fece? Sì.
Fu accolto con entusiasmo? Non proprio. Il suo ritorno fu discreto, ma segnò la fine simbolica di un capitolo della nostra storia.

Ma cos’è una Repubblica?
La parola Repubblica viene dal latino res publica, cioè “cosa pubblica”: è uno Stato governato dal popolo, attraverso rappresentanti eletti. Significa che ognuno di noi ha una voce, un voto, un diritto a partecipare.
Non ci sono più re o regine al comando, ma cittadini che decidono chi governa, nel rispetto delle leggi.

La Costituzione: il cuore della Repubblica
Insieme al referendum, si elesse anche l’Assemblea Costituente, che aveva un compito importantissimo: scrivere le nuove regole della convivenza democratica, cioè la Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948.
Una Costituzione che inizia con parole potentissime:
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”

Come si festeggia oggi?
La prima celebrazione della Festa della Repubblica avvenne il 2 giugno 1947, e nel 1948 fu organizzata la prima parata militare ai Fori Imperiali di Roma. Il 2 giugno fu dichiarato ufficialmente festa nazionale nel 1949.
Oggi le celebrazioni iniziano già il 1° giugno, con uno speciale Cambio della Guardia in alta uniforme al Quirinale, accompagnato dalla fanfara dei Carabinieri a cavallo. È una cerimonia che si ripete solo in tre occasioni: il 2 giugno, il 7 gennaio (Festa del Tricolore) e il 4 novembre (Giornata dell’Unità Nazionale).
Il giorno della festa, a Roma, si tengono eventi solenni:
- la parata militare ai Fori Imperiali, accompagnata dalla fanfara militare che suona marce solenni mentre sfilano i reparti;
- la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica, alla presenza delle più alte cariche dello Stato e in rappresentanza di tutti i cittadini italiani, per onorare i caduti senza nome di tutte le guerre;
- il volo spettacolare delle Frecce Tricolori, che disegnano nel cielo la bandiera italiana.
E una curiosità: durante la cerimonia ufficiale, i membri del governo indossano una coccarda tricolore appuntata sulla giacca!
E nel resto d’Italia?
Si organizzano concerti, cerimonie, aperture gratuite di musei e momenti di riflessione civica.
E nel resto del mondo?
Anche le ambasciate italiane nel mondo celebrano la Repubblica con cerimonie speciali.

Lo sapevi che…?
- Il primo Capo provvisorio dello Stato fu Enrico De Nicola, poi diventato Presidente della Repubblica.
- Il referendum fu molto combattuto: al Sud vinse la Monarchia, al Nord la Repubblica.
- La Costituzione italiana è una delle più avanzate al mondo per diritti civili e sociali.
- Negli anni ’70 l’Italia ha attraversato una grave crisi economica, con alta inflazione, disoccupazione e tensioni sociali. Per contenere i costi pubblici e ridurre i giorni non lavorativi, nel 1977 la Festa della Repubblica fu spostata alla prima domenica di giugno e il 2 giugno perse il suo status di giorno festivo. Solo nel 2001, grazie all’impegno del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è tornato a essere festivo a tutti gli effetti, come simbolo del recupero dell’identità nazionale.
- Alla parata militare prendono parte tutte le forze armate e le forze di polizia italiane, così come il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana.
- Per proteggere i monumenti romani, negli ultimi anni alcuni mezzi pesanti delle forze armate non sfilano più durante la parata: le vibrazioni rischiavano di danneggiare le strutture storiche.
- Nel 2020 e 2021, a causa della pandemia da COVID-19, le celebrazioni furono ridotte: niente parate, niente folla, ma le Frecce Tricolori non mancarono all’appello!